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Mar Mediterraneo
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Il mar Mediterraneo (detto brevemente Mediterraneo) è situato tra Europa, Nordafrica e Asia occidentale.
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Il mar Mediterraneo (detto brevemente Mediterraneo) è situato tra EuropaNordafrica e Asia occidentale. È un mare dipendente dall'Oceano Atlantico, a cui è connesso a ovest tramite lo stretto di Gibilterra; lo stretto del Bosforo lo collega a nord-est al Mar Nero mentre il canale di Suez, artificiale, lo collega a sud-est al Mar Rosso e quindi all'Oceano Indiano.

La sua superficie approssimativa è di 2,51×106 km² con uno sviluppo massimo lungo i paralleli di circa 3700 km, la lunghezza totale delle sue coste è di 46000 km, la profondità media si aggira sui 1500 m, quella massima di 5270 m presso le coste del Peloponneso, mentre la salinità media varia fra il 36,2 e il 39‰[2].

La popolazione presente negli stati bagnati dalle sue acque, noto come bacino del Mediterraneo, ammonta a circa 450 milioni di persone.[2]

È collegato a ovest all'Oceano Atlantico, attraverso lo Stretto di Gibilterra; a est attraverso il Mar di Marmara e gli stretti dei Dardanelli e del Bosforo è collegato al Mar Nero (il Mar di Marmara è spesso considerato parte del Mediterraneo, mentre il Mar Nero viene generalmente considerato un mare distinto), mentre il Canale di Suez a sud-est collega il Mediterraneo al Mar Rosso e quindi all'Oceano Indiano.

Le maree sono molto limitate anche a causa dello scarso collegamento con l'oceano, che limita la massa d'acqua complessiva investita dal fenomeno. Le temperature del Mediterraneo hanno estremi compresi fra gli 11 e i 32 °C. In genere si oscilla dai 12~18 °C nei mesi invernali ai 23~30 °C dei mesi estivi, a seconda delle zone. L'azione del Mar Mediterraneo come serbatoio termico è in buona parte dovuto al clima mediterraneo, generalmente caratterizzato da inverni umidi ed estati calde e secche. Coltivazioni caratteristiche della regione sono olivoviteagrumi e quercia da sughero.

Il termine Mediterraneo deriva dalla parola latina mediterraneus, che significa 'in mezzo alle terre'. Il Mar Mediterraneo attraverso la storia dell'umanità è stato conosciuto con diversi nomi. Gli antichi Romani lo chiamavano, ad esempio, Mare nostrum, ossia 'il nostro mare' e, in effetti, la conquista romana toccò tutte le regioni affacciate sul Mediterraneo.

La denominazione in arabo: البحر الأبيض المتوسط‎, al-Baḥr al-Abyaḍ al-Mutawassiṭ, ossia Mar Bianco di Mezzo, ha evidentemente ispirato la dizione turca di AkdenizMare Bianco. Nelle altre lingue del mondo, solitamente si ha sia un prestito dal latino o da lingue neolatine (es. inglese Mediterranean Sea) sia, più spesso, un calco dal senso di "mare medio, in mezzo (alle terre)" (es. tedesco Mittelmeerebraico Hayam Hatikhon (הַיָּם הַתִּיכוֹן), "il mare di mezzo", berbero ilel Agrakal, "mare tra-terre", giapponese Chichūkai (地中海), "mare in mezzo alle terre", albanese deti mesdhe, "mare in mezzo alle terre", georgiano khmeltashua zghva (ხმელთაშუა ზღვა), "mare in mezzo alle terre").

Il Mar Mediterraneo è considerato l'archetipo di altri mari che hanno caratteristiche analoghe, ossia quella di essere circondati da più continenti o subcontinenti, anch'essi detti mediterranei: il Mediterraneo Australasiatico, il Mar Glaciale Artico, il Mediterraneo Americano[4].

Storia

Vero ponte tra territori, la regione del Mediterraneo è considerata culla di alcune tra le più antiche civiltà del Pianeta, nonché teatro principale della storia e della cultura della civiltà occidentale assieme al Medio Oriente e al Vicino Oriente. L'agricoltura insieme all'allevamento si diffuse sulle sue coste intorno al 6000 a.C. Successivamente, nella sua parte orientale, una più accentuata dinamicità culturale portò verso la nascita di aree urbane caratterizzate da fiorenti attività artigianali e da vivacità nei commerci. Grazie all'azione mediatrice dei Cretesi, dall'isola di Creta, centro della civiltà minoico-micenea (tra il III e il II millennio a.C.) s'irradiarono intensi flussi commerciali che interessarono le coste anatoliche, la Grecia, l'Egitto, le coste del Libano, dell'Italia meridionale, della Sicilia e della Sardegna, contribuendo a intensificare i rapporti culturali tra i tanti popoli rivieraschi.[5] Dopo la crisi del 1200 a.C., quando l'intero sistema dei commerci venne sconvolto dalle distruttive invasioni dei Popoli del Mare causando il crollo dell'Impero ittita e della Civiltà micenea, i successivi mutamenti politici crearono nella zona siro-palestinese il presupposto allo sviluppo dei centri fenici e la nascita dello stato ebraico.[5]

Abili navigatori e altrettanto abili nei commerci i Fenici (nome greco per indicare i Cananei)[5] navigarono in lungo e in largo per tutto il Mediterraneo esportando i prodotti del loro fiorente artigianato e importando materie prime, creando empori e porti commerciali e dando impulso alla creazione di città costiere come Cartagine. Nell'VII secolo lungo le rotte commerciali tra oriente e occidente, ai Fenici si affiancarono i Greci che impiantarono colonie nel bacino ionico, nel Tirreno, nell'Egeo fino al Mar Nero. Il costante aumento di nuovi insediamenti crearono forti tensioni fra i popoli rivieraschi a causa della concorrenza nei mercati e l'espansione greca a Occidente fu bloccata nel 541 a.C. dall'alleanza tra Etruschi e Cartaginesi nella Battaglia del Mare sardo. Nel secolo successivo sempre i Greci furono protagonisti nell'epico scontro che nel 480 a.C. li oppose alle mire di Serse nella Battaglia di Salamina, salvando le loro terre dall'occupazione persiana. Le nascenti potenze di Roma e Cartagine sconvolsero nuovamente il Mediterraneo e lunghe guerre si conclusero con la consacrazione della potenza romana e la distruzione dei Punici. Da allora in poi il Mediterraneo divenne per i Romani il Mare nostrum e su tutto il suo bacino si irradiò la civiltà e la potenza della Roma repubblicana e imperiale. Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente e la stagnazione dei commerci nel bacino occidentale, nell'Impero romano d'Oriente i Bizantini mantennero intensi i traffici marittimi fino a quando nel VII e nell'VIII secolo l'espansione islamica sconvolse nuovamente l'intero bacino, oltrepassando lo Stretto di Gibilterra e giungendo fino in Spagna con la sua civiltà.

Le Repubbliche marinare (AmalfiVeneziaPisa e Genova le più note, ma anche RagusaAncona e Gaeta), i cui interessi commerciali in Oriente erano minacciati dai pirati saraceni, contrastarono efficacemente questa espansione, ma sia i contrasti con le marinerie aragonesi, in aspra concorrenza sulle rotte verso Levante, sia la caduta di Bisanzio nel 1453, portarono al declino dei traffici mediterranei, declino che si accentuò ancor più dopo il 1492 con la scoperta dell'America e che neanche la vittoria nella Battaglia di Lepanto nel 1571 riuscì a fermare, arrivando nel Seicento alla drastica riduzione della potenza navale veneziana. Nel Settecento le debolezze dell'Impero ottomano favorirono le mire espansionistiche degli Inglesi nel bacino occidentale, degli Austriaci verso l'Adriatico e dei Russi nel bacino orientale. Nell'Ottocento, durante le guerre napoleonicheFrancia e Gran Bretagna si scontrarono violentemente nel Mediterraneo combattendo una guerra che vide gli inglesi prevalere e assicurarsi così il dominio incontrastato dei mari. Sempre nell'Ottocento, la costruzione del canale di Suez rese possibile il collegamento del Mediterraneo all'oceano Indiano e costituì un evento di grande importanza per i commerci marittimi in quanto si evitava in questo modo la circumnavigazione dell'Africa per raggiungere via mare i ricchi mercati asiatici.

Dalla fine degli anni Ottanta il Mediterraneo è attraversato dalle rotte dell'immigrazione dall'Africa verso l'Europa. Ogni anno alcune decine di migliaia di migranti economici, profughi e rifugiati politici raggiungono via mare le coste italiane, greche e spagnole.

Negli anni Duemila il Mediterraneo è stato descritto da analisti geopolitici come "medioceano", un corridoio strategico tra l’Indo-Pacifico e l’Atlantico.[6]

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