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Le Alpi sono la catena montuosa più importante d'Europa[2], situata a cavallo dei confini di Italia, Francia, Svizzera, Liechtenstein, Germania, Austria, Slovenia e, sia pure in modo del tutto marginale, l'Ungheria.

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Le Alpi sono la catena montuosa più importante d'Europa[2], situata a cavallo dei confini di ItaliaFranciaSvizzeraLiechtensteinGermaniaAustriaSlovenia e, sia pure in modo del tutto marginale, l'Ungheria[1]. Separano l'Europa centrale da quella meridionale e racchiudono la regione geografica italiana, comprendendo al loro interno le vette più alte del continente europeo, tra cui il Monte Bianco, che con i suoi 4810 m d'altezza è la montagna più alta della catena, d'Italia, di Francia e in generale del continente[3].

Nell'ambito europeo questa catena montuosa assume notevole importanza, sotto numerosi aspetti: geografici, storici, culturali e naturalistici; in particolare la natura alpina è contraddistinta da molti ambienti incontaminati, perché protetti da condizioni geografiche particolari e da una precoce attenzione alla loro conservazione; non è un caso che il primo parco nazionale d'Europa sia stato istituito nelle Alpi Svizzere nel 1914[4] e che l'Italia e la Francia abbiano i loro più antichi parchi nazionali situati proprio nelle Alpi[5]; significativo inoltre è il fatto che ben 17 siti alpini appartengono al patrimonio dell'umanità, 4 per criteri naturalistici e 13 per criteri culturali.

La regione alpina ha una popolazione di 14 milioni di persone nell'intera area[6] e possiede una forte identità culturale, che spesso supera i confini nazionali; si può infatti parlare di "civiltà alpina"[7], di "cultura alpina" e di "folclore alpino"[8]. Anche a livello economico le Alpi presentano molti elementi di omogeneità; infatti nei villaggi alpini di ogni nazione è fiorente la cultura tradizionale dell'agricoltura di montagna, della produzione di latte e formaggio e della lavorazione del legno[9], sebbene l'industria turistica, che cominciò a svilupparsi all'inizio del XX secolo, si espanse notevolmente dopo la seconda guerra mondiale, fino a diventare l'attività economica dominante in gran parte del territorio alpino. Le notevoli bellezze naturali delle Alpi sono infatti meta di un considerevole flusso turistico[10]: ogni anno vi si recano 120 milioni di visitatori[11]

Anche per ciò che riguarda gli sport invernali, le Alpi rivestono un'importanza notevole; a riprova di ciò, dieci edizioni dei giochi olimpici invernali, sulle ventitré in tutto disputate, sono state ospitate nelle Alpi svizzerefrancesiitalianeaustriache e tedesche[12].

La storia della colonizzazione delle Alpi ebbe inizio con la fine dell'ultima glaciazione (circa 15 000 anni fa), quando la fusione dei ghiacci incominciò a rendere abitabili vaste zone vergini. Nella tarda preistoria i laghi prealpini ospitavano villaggi palafitticoli. Il testimone più famoso di quest'epoca è l'uomo di Similaun (detto anche "Oetzi").

Nell'età del ferro, dai Reti e Camuni (Alpi Retiche), dai Veneti e Illiri (le Alpi Orientali), dai Celti delle culture di Hallstatt e La Tènè (il versante settentrionale). Intorno alla metà del primo millennio i Celti irruppero a sud delle Alpi e invasero buona parte del versante meridionale e occidentale, prima abitati da Liguri.

A tali quattro gruppi etnici appartenevano i popoli, politicamente organizzati in piccoli stati o confederazioni tribali, esistenti all'arrivo dei Cartaginesi e dei Romani. Durante la seconda guerra punica i Liguri si allearono con i Cartaginesi, mentre i Galli si allearono preferibilmente con i Romani. L'episodio più famoso della guerra fu la traversata delle Alpi forse attraverso il colle del Moncenisio in val di Susa da parte dell'esercito di Annibale con gli elefanti. Alla fine della Seconda guerra punica l'Italia Settentrionale divenne la provincia romana della Gallia Cisalpina. Tuttavia, le Alpi rimanevano in buona parte autonome.

Una quarantina di popoli delle Alpi Occidentali furono combattuti e vinti dai Romani nel 15 a.C. A commemorare la vittoria fu costruito il Trofeo di Augusto, che si può vedere a La Turbie: rappresenta, per i francesi, la porta d'ingresso alla catena alpina. Alcuni popoli mantennero una certa autonomia sotto l'impero romano e non furono inglobati in alcuna delle province, bensì mantennero un'amministrazione particolare: si tratta dei regni di Cozio e dei Graii. A ricordo di tale trattamento privilegiato rimangono gli archi di Augusto eretti nelle rispettive capitali, Susa e Aosta.

Da quanto descritto, si capisce che nell'antichità le Alpi Occidentali erano le Alpi per antonomasia, attraversate da Annibale e da Giulio Cesare. Anche il nome "Alpes", che è utilizzato nel senso moderno per la prima volta in latino, è preso in prestito da una lingua parlata nelle Alpi Occidentali, probabilmente ligure, in cui significava semplicemente "montagne".

Durante il Medioevo, le Alpi furono una delle aree dell'Europa Occidentale meno toccate dal feudalesimo, in quanto il territorio non produceva abbastanza, oltre a quanto necessario alla famiglia del contadino o del pastore, per permettere di dare una parte del raccolto al feudatario. In effetti, i territori alpini non erano di alcun interesse economico per gli Stati della pianura, ma erano strategici su un piano militare.

Cosicché, ci furono due tendenze, spesso riscontrabili nello stesso territorio: da un lato, parecchi territori alpini godevano di una sostanziale autonomia interna, pur appartenendo ad uno Stato confinante, che aveva diritto di tenervi guarnigione. Dall'altro lato, molti di essi erano organizzati come comuni rustici, piccole repubbliche di montanari o di piccoli nobili locali.

Il caso estremo di queste due tendenze è la Confederazione, pienamente indipendente, dei cantoni svizzeri. Tuttavia, godevano di autonomia all'interno dei rispettivi Stati anche gli écartons delle Alpi francesi e dell'alta Val di Susa, le comunità delle valli valdostane ed i tre "terzi" della Valtellina, nonché le contee di Bormio e Chiavenna, le Magnifiche Comunità di Fiemme e di Fassa e la Magnifica Comunità di Cadore, che si autogovernava attraverso i propri statuti.

Tutte queste autonomie locali cessarono con l'occupazione napoleonica dei vari Stati e l'Ottocento vide l'affermarsi delle amministrazioni centralizzate in tutti gli Stati alpini, forse esclusa la Svizzera. A partire dalla seconda guerra mondiale questa tendenza si è invertita e, sia pure per motivi questa volta linguistici, territori come la Valle d'Aosta e le province di Bolzano e Trento hanno riottenuto un'autonomia che ricorda per certi versi quella di cui avevano goduto i territori alpini prima di Napoleone.

Secondo tutte le più diffuse convenzioni, il limite occidentale delle Alpi è la Bocchetta di Altare o colle di Cadibona; il confine geologico è situato più ad est, nei pressi del Passo dei Giovi[14], lungo una discontinuità tettonica denominata linea Sestri-Voltaggio.[15].

Il limite orientale, invece, è identificato diversamente, a seconda delle varie convenzioni. Secondo la Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino, il limite orientale si distende tra ViennaGrazMariborLubiana e la Sella di Godovici[16]. Secondo la Partizione delle Alpi, invece, il limite orientale delle Alpi è il Passo di Vrata, dove iniziano le Alpi Dinariche[16]. La suddivisione didattica tradizionale italiana segue, come limiti della catena alpina, il criterio della "Partizione delle Alpi"[17].

L'intero sistema montuoso si distende per circa 1300 km, formando un arco tra l'Italia Settentrionale, la Francia sudorientale, la Svizzera meridionale, il Liechtenstein, la Germania meridionale, l'Austria e la Slovenia occidentale, raggiungendo con le sue estreme propaggini l'Ungheria occidentale[18]. Tra Verona e Monaco di Baviera, le Alpi raggiungono la larghezza massima (circa 250 km), mentre nella parte sud-occidentale si arriva a quella minima (la catena tra Saluzzo e Grenoble è larga circa 120 km)[19]. L'arco alpino italiano presenta 3 grandi archi concavi presso CuneoVarese e Udine e una parte convessa presso Verona. Le Alpi settentrionali sono più lineari, con un unico arco presso Ginevra.

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Bergamo è un comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia in Lombardia.

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Bergamo (IPA['bɛrgamo]ascolta[?·info]; Bèrghem['bɛɾɡɛm], in dialetto bergamasco[6]ascolta[?·info]) è un comune italiano di 120 208 abitanti[3]capoluogo dell'omonima provincia in Lombardia.

L'abitato di Bergamo è suddiviso in due parti distinte, la «Città Bassa» e la «Città Alta»; quest'ultima è posta in altitudine più elevata e ospita la maggioranza dei monumenti più significativi, mentre la Città Bassa – benché sia anch'essa di antica origine e conservi i suoi nuclei storici – è stata resa in parte più moderna da alcuni interventi di urbanizzazione. Le due porzioni dell'abitato sono separate dalle mura venete, annoverate dal 2017 fra i patrimoni dell'umanità tutelati dall'UNESCO.

Bergamo è soprannominata «la città dei Mille» per via del cospicuo numero di volontari bergamaschi – circa 180[7] – che presero parte alla spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi, un episodio cruciale del Risorgimento.

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Como è un comune italiano, capoluogo dell'omonima provincia, in Lombardia.

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Como (in italiano standard [ˈkɔːmo][5] ascolta[?·info], pronuncia locale regolare [ˈkoːmo][6] ascolta[?·info]; Còmm [ˈkɔm][7] o Cùmm [ˈkʊm][8] in dialetto comasco[9][10]) è un comune italiano di 84 217 abitanti[2], capoluogo dell'omonima provincia, in LombardiaCittà al centro della Lombardia dei laghi, Como attrae turismo internazionale legato allo scenario naturale, ed è centro industriale basato sull'industria della seta (attività tipicamente comasca).

Il centro della città è situato sul lungolago, intorno alla piazza del Duomo, uno dei più apprezzati monumenti dell'Italia settentrionale. Il nucleo storico presenta ancora l'aspetto dell'originario castrum romano, con mura medievali ben conservate e grandi torri di vedetta.

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La galleria Vittorio Emanuele II è una galleria commerciale di Milano che, in forma di strada pedonale coperta, collega piazza Duomo a piazza della Scala.

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La galleria Vittorio Emanuele II è una galleria commerciale di Milano che, in forma di strada pedonale coperta, collega piazza Duomo a piazza della Scala. Per la presenza di eleganti negozi e locali, fin dalla sua inaugurazione fu sede di ritrovo della borghesia milanese tanto da essere soprannominata il "salotto di Milano": costruita in stile neorinascimentale, è tra i più celebri esempi di architettura del ferro europea e rappresenta l'archetipo della galleria commerciale dell'Ottocento[3]. Chiamata semplicemente "la Galleria" dai milanesi, viene spesso considerata come uno dei primi esempi di centro commerciale al mondo[4].

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Milano (/miˈlano/ ascolta[?·info]; Milàn in dialetto milanese[6], /miˈlãː/[7]) è un comune italiano di 1 369 466 abitanti[4], capoluogo della regione Lombardia, dell'omonima città metropolitana, e centro di una delle più popolose aree metropolitane d'Europa.

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Milano (/miˈlano/ ascolta[?·info]; Milàn in dialetto milanese[6], /miˈlãː/[7]) è un comune italiano di 1 369 466 abitanti[4], capoluogo della regione Lombardia, dell'omonima città metropolitana, e centro di una delle più popolose aree metropolitane d'Europa.

Fondata intorno al 590 a.C., forse con il nome di Medhelan, nei pressi di un santuario da una tribù celtica facente parte del gruppo degli Insubri e appartenente alla cultura di Golasecca, fu conquistata dagli antichi Romani nel 222 a.C. e in seguito da loro ridenominata Mediolanum. Con il passare dei secoli accrebbe la sua importanza sino a divenire capitale dell'Impero romano d'Occidente, nel cui periodo fu promulgato l'editto di Milano, che concesse a tutti i cittadini, quindi anche ai cristiani, la libertà di onorare le proprie divinità.

In prima linea nella lotta contro il Sacro Romano Impero in età comunale, divenne prima signoria per poi essere innalzata a dignità ducale alla fine del XIV secolo, rimanendo al centro della vita politica e culturale dell'Italia rinascimentale. All'inizio del XVI secolo perse l'indipendenza a favore dell'Impero spagnolo per poi passare, quasi due secoli dopo, sotto la corona austriaca: grazie alle politiche asburgiche, Milano divenne uno dei principali centri dell'illuminismo italiano. Capitale del Regno d'Italia napoleonico, dopo la Restaurazione fu tra i più attivi centri del Risorgimento fino al suo ingresso nel Regno d'Italia sabaudo.

Principale centro economico e finanziario della penisola italiana, Milano ne guidò lo sviluppo industriale, costituendo con Torino e Genova il "Triangolo industriale", in particolar modo durante gli anni del boom economico quando la crescita industriale e urbanistica coinvolse anche le città limitrofe, creando la vasta area metropolitana milanese. In ambito culturale, Milano è il principale centro italiano dell'editoria ed è ai vertici del circuito musicale mondiale grazie alla stagione lirica del Teatro alla Scala e alla sua lunga tradizione operistica. È inoltre tra i principali poli fieristici europei e del disegno industriale, ed è considerata una delle capitali mondiali della moda.

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Porta Sempione è stata la prima delle nuove cinque porte più recenti di Milano

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Porta Sempione è stata la prima delle nuove cinque porte più recenti di Milano, ricavata lungo i bastioni spagnoli, oggi demoliti, e realizzata nell'ampio piazzale retrostante la piazza d'Armi del Castello Sforzesco come ingresso trionfale alla città dalla Francia.

Posta a nord-ovest della città, è costituita da due caselli daziari e dal monumentale Arco della Pace, realizzato dal Cagnola. Sorge al centro dell'attuale piazza Sempione, alle spalle dell'omonimo parco, all'imbocco dell'Asse del Sempione.

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