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L'abbazia di Montecassino è un monastero benedettino sito sulla sommità di Montecassino, nel Lazio.

L'abbazia di Montecassino è un monastero benedettino sito sulla sommità di Montecassino, nel Lazio. È il secondo monastero più antico d'Italia dopo quello di Santa Scolastica. Sorge a 516 metri sul livello del mare.

Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali ne gestisce il patrimonio storico-artistico tramite il Polo museale del Lazio, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei.

Fondata nel 529 da san Benedetto da Norcia sul luogo di un'antica torre e di un tempio dedicato ad Apollo, situato a 516 metri sul livello del mare, ha subito nel corso della sua storia un'alterna vicenda di distruzioni, saccheggi, terremoti e successive ricostruzioni.

Alla comunità monastica si accedeva presso la chiesa di San Martino, stabilita da san Benedetto nel tempio dell'acropoli, nella zona sud-occidentale rispetto all'attuale monastero, in una zona meno impervia.[1] In cima al monte vi era l'oratorio di San Giovanni, stabilito dal santo sul luogo di un'ara di Apollo, secondo quanto ci ha tramandato Gregorio Magno: in questo oratorio Benedetto volle esser sepolto assieme alla sorella Scolastica.[1]

Attorno al 580, durante l'invasione dei Longobardi, il monastero venne distrutto per la prima volta dai longobardi di Zetone[1] e la comunità dei monaci, con le spoglie del santo fondatore, dovette riparare a Roma, trovando ospitalità presso il Palazzo del Laterano[2]. Ricostruita intorno al 718 per impulso di Petronace di Montecassino, l'abbazia venne distrutta una seconda volta dai Saraceni nell'883, venendo riedificata per volere di papa Agapito II solo nel 949.

Secondo l'Historia Langobardorum di Paolo Diacono, nel 577 il cenobio del monastero fu distrutto dai Longobardi di Zotone, che costrinsero i monaci a rifugiarsi a Roma. L'autore era uno dei cinque grammatici stranieri della Scuola Palatina di Carlomagno, che si era ritirato a Montecassino dal 782 alla morte. Il testo precisa che le reliquie di san Benedetto e di santa Scolastica erano state sottratte e collocate in due monasteri omonimi della Gallia, nell'abbazia di Fleury-sur-Loire (ribattezzata Saint-Benoit-sur-Loire) e nella Collegiata di San Pietro a Le Mans.[3] Il documento originale della regola invece era rimasto nelle mani dei monaci, che un secolo più tardi poterono rifondare la comunità cassinense.[4] Nell'874 i resti di santa Scolastica furono trasferiti a Juvigny-sur-Loison per volere della Regina Richilde, moglie dei re dei Franchi Carlo il Calvo. Nel luglio 1107 papa Pasquale II si recò a Fleury e dichiarò falsa la traslazione delle reliquie di san Benedetto, a seguito di un evento ritenuto prodigioso. La contesa storica delle reliquie fra Montecassino e le altre due abbazie francesi rimase in essere nei secoli successivi.[5]

Nell'VIII secolo, l'influsso di Montecassino si estese alle prime comunità monastiche della Germania. Il legato pontificio Bonifacio Vinfredo, primo vescovo cattolico ed evangelizzatore della Germania, cercò di importare la regola benedettina cassinese nella terra teutonica: dapprima, nominò il parente Villibaldo (700-788), allora monaco a Montecassino, come abate di Eichstätt: in seguito, inviò il suo discepolo Sturmio di Fulda a studiare in Italia per diventare il primo abate di Abbazia di Fulda.[6]
Per tutto il Medioevo, l'abbazia fu un centro vivissimo di cultura attraverso i suoi abati, le sue biblioteche, i suoi archivi, le scuole scrittorie e miniaturistiche, che trascrissero e conservarono molte opere dell'antichità.

Testimonianze storiche del più alto interesse e di sicura validità sono state raccolte e tramandate a Montecassino: dai primi preziosi documenti in lingua volgare ai famosi codici miniati cassinesi, ai preziosi e rarissimi incunaboli. Il più illustre dei suoi abati fu forse Desiderio - il futuro papa Vittore III (sepolto nell'abbazia stessa) - che alla fine dell'XI secolo fece ricostruire completamente l'abbazia e ornò la chiesa di preziosissimi affreschi e mosaici, il cui riflesso si può ancora scorgere in quelli che lo stesso abate fece eseguire in Sant'Angelo in Formis.

Dal Chronicon cassinese di Leone Marsicano sappiamo che l'abate Desiderio impiegò sforzi e capitali notevoli per la ricostruzione della chiesa abbaziale, compiuta nei soli cinque anni dal 1066 al 1071, utilizzando materiali lapidei provenienti da Roma e facendo venire da Costantinopoli anche mosaicisti e artefici vari. La maggior parte delle decorazioni — della chiesa e dei nuovi ambienti del monastero successivamente riedificati — erano costituite da pitture, in maggior parte perdute e delle quali conosciamo soltanto alcuni soggetti, come le Storie dell'Antico e Nuovo Testamento nell'atrio, di cui si conservano interamente i tituli scritti dall'arcivescovo di Salerno Alfano.

Il ricorso a mosaicisti bizantini era motivato, come si legge nella Chronica, poiché: «da più di cinquecento anni i maestri latini avevano tralasciato la pratica di tali arti e per l'impegno di quest'uomo ispirato e aiutato da Dio esse furono rimesse in vigore in questo nostro tempo», inoltre, «affinché la loro conoscenza non cadesse ancora oltre in oblio in Italia, quell'uomo pieno di sapienza decise che molti giovani del monastero fossero con ogni diligenza iniziati in tali arti. Tuttavia non solo in questo campo, ma anche per tutti i lavori artistici che si possono compiere con oro, argento, bronzo, ferro, vetro, avorio, legno, gesso o pietra, fece venire i migliori artisti selezionati dai suoi monaci».

Distrutta dal terribile terremoto del 1349 e nuovamente ricostruita nel 1366, l'abbazia assunse nel XVII secolo l'aspetto tipico di un monumento barocco napoletano, grazie anche alle decorazioni pittoriche di numerosi artisti tra i quali Luca GiordanoFrancesco SolimenaFrancesco de MuraPaolo de Matteis e Sebastiano Conca. Fra il 1930 e il 1943 il monastero era raggiungibile grazie alla funivia di Cassino, distrutta durante la seconda guerra mondiale[7].

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和平祭坛

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L'Ara Pacis Augustae (Altare della pace di Augusto) è un altare fatto costruire da Augusto nel 9 a.C. alla Pace[1] nell'accezione di divinità.

Originariamente posto in una zona del Campo Marzio consacrata alla celebrazione delle vittorie, il luogo era emblematico perché posto a un miglio romano (1.472 m) dal pomerium, limite della città dove il console di ritorno da una spedizione militare perdeva i poteri ad essa relativi (imperium militiae) e rientrava in possesso dei propri poteri civili (imperium domi).

Questo monumento rappresenta una delle più significative testimonianze pervenuteci dell'arte augustea e intende simboleggiare la pace e la prosperità raggiunte come risultato della Pax Romana.

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L'architettura rinascimentale è quella fase dell'architettura italiana che si sviluppò dal 1420 alla metà del XVI secolo, con il ritorno alla vita dell'antichità classica.

L'architettura rinascimentale è quella fase dell'architettura italiana che si sviluppò dal 1420 alla metà del XVI secolo, con il ritorno alla vita dell'antichità classica.[1]

Caratteristiche principali dell'architettura rinascimentale sono infatti la sensibilità verso il passato antico, la ripresa degli ordini classici, l'articolazione chiara nelle piante e negli alzati, nonché le proporzioni tra le singole parti degli edifici.[1]

Lo stile del cosiddetto "primo rinascimento" ebbe origine a Firenze, favorito dall'affermazione della borghesia e della cultura umanistica, fiorendo poi in altre corti come quelle di Mantova e di Urbino.[1][2] La successiva fase cinquecentesca, detta "Rinascimento classico",[2] ebbe in Roma il nuovo centro della vita artistica, coesistendo nello stesso secolo con il Manierismo, che è generalmente considerato dalla storiografia come la terza fase del Rinascimento.[3]

Nei secoli seguenti le idee architettoniche elaborate in Italia si propagarono anche nel resto d'Europa, ma le opere che ne scaturirono ebbero poco in comune con le caratteristiche dell'architettura italiana, consistenti nella ripresa di particolari romani e nel senso di equilibrio e stabilità.

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L'arco di Costantino è un arco trionfale a tre fornici (con un passaggio centrale affiancato da due passaggi laterali più piccoli), situato a Roma, a breve distanza dal Colosseo.

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L'arco di Costantino è un arco trionfale a tre fornici (con un passaggio centrale affiancato da due passaggi laterali più piccoli), situato a Roma, a breve distanza dal Colosseo. L'Arco può essere considerato come un vero e proprio museo di scultura romana ufficiale, straordinario per ricchezza e importanza[1]. Le dimensioni generali del prospetto sono di 21 m di altezza, 25,9 metri di larghezza e 7,4 m di profondità.

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L'Arco Etrusco o di Augusto è una delle sette porte delle mura etrusche di Perugia.

L'Arco Etrusco o di Augusto è una delle sette porte delle mura etrusche di Perugia. Fu costruito nella seconda metà del III secolo a.C. e fu fatto ristrutturare da Augusto nel 40 a.C. dopo la sua vittoria nella guerra di Perugia. Rappresenta la più integra e monumentale delle porte etrusche cittadine e si apre sul cardo maximus della città, corrispondente all'attuale via Ulisse Rocchi. Augusto aveva cinto di assedio Perugia per ben sette mesi, all'incirca nel 40 a.C., prima che la città capitolasse. Era il periodo della guerra civile tra Ottaviano Augusto e Marco Antonio. Il fratello di quest'ultimo, Lucio, si era asserragliato nella città. Perugia, all'epoca, era un bastione molto difficile da espugnare, posto in altura e protetto dalla cinta muraria che univa le sette porte. Inoltre, dalle cronache di Dione Cassio, sappiamo anche che l'esercito di Lucio era numericamente forte e la città era ben rifornita di viveri. L'assedio di Perugia ebbe il suo culmine con l'incendio della Città, si dice per consiglio di Caio Cestio soprannominato Macedonico. Negli anni successivi Perugia fu restituita al suo splendore dai Perugini sotto gli auspici di Cesare Augusto che nel frattempo aveva sterminato i nobili a lui ostili sostituendoli, alla guida della città, con nobili famiglie amiche, tra cui la più importante quella dei Vibi. Dell'incendio del 40 a.C. rimangono tracce dei resti di una villa romana rinvenuta negli scavi sotto la cattedrale di San Lorenzo, Duomo di Perugia. Nel periodo Augusteo, nelle pietre etrusche dell'antico sesto dell'arco, fu scolpita la scritta AVGVSTA PERVSIA. L'altra iscrizione che orna la fascia orizzontale superiore all'arco stesso reca, "COLONIA VIBIA" e ricorda l'epoca dell'imperatore romano di origini perugine Gaio Vibio Treboniano Gallo e del figlio co-imperatore Volusiano Veldumniano ambedue della famiglia Vibia.

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L'Arena di Verona è un anfiteatro romano situato nel centro storico di Verona, icona della città veneta insieme alle figure di Romeo e Giulietta.

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L'Arena di Verona è un anfiteatro romano situato nel centro storico di Verona, icona della città veneta insieme alle figure di Romeo e Giulietta. Si tratta di uno dei grandi fabbricati che hanno caratterizzato l'architettura romana ed uno degli anfiteatri antichi giunto a noi con il miglior grado di conservazione, grazie ai sistematici restauri eseguiti fin dal Cinquecento; proprio per questo motivo, nonostante le numerose trasformazioni subite, esso consente al visitatore di poter facilmente comprendere la struttura di questo genere di edifici, rigorosamente soggetti alla funzione cui erano destinati ma dotati comunque di una essenziale bellezza.[1]

Nella stagione estiva ospita il celebre festival lirico areniano, le cui stagioni si svolgono ininterrottamente dal 1913,[N 1] mentre in quelle primaverile e autunnale è tappa di molti cantanti e musicisti internazionali.

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L'Arsenale di Venezia è un antico complesso di cantieri navali e officine che costituisce una parte molto estesa della città insulare di Venezia, alla sua estremità orientale.

L'Arsenale di Venezia è un antico complesso di cantieri navali e officine che costituisce una parte molto estesa della città insulare di Venezia, alla sua estremità orientale. Fu il cuore dell'industria navale veneziana a partire dal XII secolo ed è legato al periodo più florido della vita della Serenissima: grazie alle imponenti navi qui costruite, la Repubblica Veneta riuscì a contrastare gli ottomani nel mar Egeo e a conquistare le rotte del nord Europa.

Grazie alla propria organizzazione, l'arsenale di Venezia ha anticipato di alcuni secoli il concetto moderno di fabbrica, intesa come complesso produttivo in cui maestranze specializzate eseguono in successione le singole operazioni di assemblaggio di un manufatto, lungo una catena di montaggio e utilizzando componenti standard. Rappresenta l'esempio più importante di grande complesso produttivo a struttura accentrata dell'economia preindustriale.[1] La superficie si estende su un'area di 48 ettari[2] (il 15% della superficie della città[3]), mentre il numero di lavoratori (gli arsenalotti) raggiungeva, nei periodi di piena attività produttiva, la quota media giornaliera di 1500-2000 unità (con un picco di 4500-5000 iscritti al Libro delle maestranze), cioè dal 2% fino al 5% dell'intera popolazione cittadina dell'epoca (circa 100 000 abitanti).

Il complesso costituisce l'unico esempio di cantiere navale e fabbrica d'armi che ha sempre mantenuto la stessa natura e la stessa funzione, per sette secoli, anche dopo il declino della Repubblica di Venezia.[4]. La proprietà della maggior parte dell'Arsenale è, dal 2013, passata al Comune di Venezia, mentre la parte residua rimane alla Marina Militare Italiana,[5] presente nell'area con il suo Istituto di studi militari marittimi e il Museo storico navale. Circa un quarto del grande complesso è utilizzato dalla Biennale di Venezia per le sue esposizioni d'arte contemporanea.

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Assisi (AFI: /asˈsizi/) è un comune italiano della provincia di Perugia in Umbria. È nota per essere la città in cui vissero e morirono san Francesco, patrono d'Italia, e santa Chiara.

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 阿西西為義大利重要的藝術城市,瀰漫著中世紀風情一派優雅閒情。

位於義大利中部溫布利亞(Umbria)境內,距翡冷翠車程約兩小時。十三世紀法蘭西斯(Francesca)曾在此創立方濟會,過著清貧的生活,四處傳道,照顧貧苦的民眾及病患。方濟會女信徒佳樂,在此創立聖佳樂會。聖方濟長方形教堂(Basilica di San Francesco)建於法蘭西斯過世後兩年,其遺體即葬於此。文藝復興時期的畫家喬托(Gitto)在此有一系列濕壁畫作。阿西西的建築古意濃厚,被稱為天主教的堡壘,有著寧靜祥和的氣氛。

聖方濟San Francesco (1182-1226)是第一位捨棄拉丁文而用義大利文寫作的作家,聖方濟教派創始者,聖方濟教堂始建於1228年。下層教堂建於1230年,於聖方濟各 死後2年開始動工,上層教堂則於1232年才開始動工,上層教堂所在地過去被稱為地獄之丘,因為曾經死刑犯處決的地點,當然了,後來改名為「天堂之丘」, 上下兩層建築在經過歲月的變遷之後,融合成協調而優美的整體建築,現在重新整修過的聖方濟各教堂顯得簇新而華麗,對於期待能懷舊的遊客而言,會有些許的失 落感。

 

阿西西意大利语:Assisi,天主教中文译作“亚西西”)是意大利翁布里亚大区佩鲁贾省的一个城市,位于苏巴修山的西侧。

阿西西是亚西西的方济各的诞生地,他于1208年在此创立方济各会;也是亚西西的圣嘉勒的出生地,她创立了贫穷修女会。19世纪的痛苦圣母加俾额尔也出生在这里。

2000年,亚西西的圣方济各圣殿和其他方济各会建筑被列为世界遗产

1986年以来,世界宗教领导人会议不定期举行。

Assisi ist eine Stadt mit 28.379 Einwohnern (Stand 31. Dezember 2016) im mittelitalienischen Umbrien in der Nähe der Regionalhauptstadt Perugia. Sie ist Geburtsort des Hl. Franz von Assisi (auch Hl. Franziskus), des Gründers der Minderen Brüder (heute: Franziskaner oder Minoriten) und der Hl. Klara, der Gründerin des Klarissenordens.

Das mittelalterliche Stadtbild mit Stadtmauer und Festungsruine Rocca Maggiore ist noch gut erhalten und wurde im Jahr 2000 zum Weltkulturerbe der UNESCO ernannt.

Assisi (Italian pronunciation: [asˈsiːzi], from the Latin: Asisium) is a town and comune of Italy in the Province of Perugia in the Umbria region, on the western flank of Monte Subasio.

It is generally regarded as the birthplace of the Latin poet Propertius, born around 50–45 BC. It is the birthplace of St. Francis, who founded the Franciscan religious order in the town in 1208, and St. Clare (Chiara d'Offreducci), the founder of the Poor Sisters, which later became the Order of Poor Clares after her death. The 19th-century Saint Gabriel of Our Lady of Sorrows was also born in Assisi.

Assise (en italien Assisi) est une ville italienne d'environ 28 100 habitants, située dans la province de Pérouse (Perugia) en Ombrie (Umbria).

Assise est surtout célèbre pour son apogée médiéval et pour être le lieu de naissance et de mort de Francesco Bernardone, plus connu sous le nom de François d'Assise, un des plus grands saints de l'Église catholique romaine. Pour son patrimoine exceptionnel, la ville est classée sur la liste du patrimoine mondial de l'Unesco.

Assise a été le siège de plusieurs rencontres interreligieuses, connues sous le nom de rencontres d'Assise, en 1986, 1993, 2002, et 2011.

Asís (en latín: Asisium, en italiano: Assisi) es una ciudad y comune en la provincia de Perugia región de Umbría, en Italia.

Según el censo de 2007, la municipalidad contaba con 26.000 habitantes en un término municipal de 187 km². La ciudad en sí cuenta con una población de cerca de 5.500 personas. Tras las elecciones de 2006, el ayuntamiento está regido por Claudio Ricci (PdL).

Sede episcopal relevante, es además la ciudad donde nacieron san Francisco de Asís, fundador en 1208 de la orden Franciscana o "franciscanos", y santa Clara de Asís (Chiara d’Offreducci), fundadora de la Orden de las hermanas pobres de Santa Clara o "clarisas".

 

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La Basilica Cattedrale Patriarcale Metropolitana Primaziale Collegiata di San Marco Evangelista

La Basilica Cattedrale Patriarcale Metropolitana Primaziale Collegiata di San Marco Evangelista[1], più comunemente chiamata Basilica di San Marco, a Venezia (in veneziano: Baxéłega de San Marco) è la chiesa cattedrale e sede del patriarcato di Venezia. Unitamente al campanile e alla piazza di San Marco, forma il principale luogo architettonico di Venezia, e, assieme ad essi, costituisce il più conosciuto simbolo della città e del Veneto nel mondo. È, inoltre, uno dei simboli dell'arte veneta e della cristianità.

Già nell'XI secolo, la Basilica di San Marco iniziò ad essere diffusamente soprannominata la “Chiesa d'oro”, in virtù del tesoro di San Marco, dei mosaici ornati e dei maestosi elementi progettuali, che resero l'edificio sacro il simbolo visibile della potenza e ricchezza acquisite dalla Serenissima[2].

Fino alla caduta della Repubblica di Venezia è stata la chiesa palatina del Palazzo Ducale, retta a prelatura territoriale dal primicerio del doge.

Ha assunto il titolo cattedrale a partire dal 1807, quando fu qui trasferita dall'antica cattedrale di San Pietro di Castello, che rimase la sede ufficiale.

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La basilica di San Pietro in Vaticano, ufficialmente papale basilica maggiore di San Pietro in Vaticano, è una basilica cattolica della Città del Vaticano; simbolo dello Stato del Vaticano, cui fa da coronamento la monumentale piazza San Pietro.
(拉丁语:Basilica Sancti Petri,意大利语:Basilica di San Pietro in Vaticano)

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La basilica di San Pietro in Vaticano, ufficialmente papale basilica maggiore di San Pietro in Vaticano, è una basilica cattolica della Città del Vaticano; simbolo dello Stato del Vaticano, cui fa da coronamento la monumentale piazza San Pietro.

È la più grande delle quattro basiliche papali di Roma[1], spesso descritta come la più grande chiesa del mondo[2] e centro del cattolicesimo. Non è tuttavia la chiesa cattedrale della diocesi romana poiché tale titolo spetta alla basilica di San Giovanni in Laterano, che è anche la prima per dignità essendo Madre e Capo di tutte le Chiese dell'Urbe e del Mondo.

In quanto Cappella pontificia, posta in adiacenza del Palazzo Apostolico, la basilica di San Pietro è la sede delle principali manifestazioni del culto cattolico ed è perciò in solenne funzione in occasione delle principali celebrazioni papali.

Sotto il pontificato di Pio IX ospitò le sedute del Concilio Vaticano I e sotto papa Giovanni XXIII e Paolo VI quelle del Concilio Vaticano II.

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Santa Maria della Salute (o chiesa della Salute o semplicemente La Salute) è una basilica di Venezia eretta nell'area della Punta della Dogana, da dove risalta nel panorama del Bacino di San Marco e del Canal Grande.

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Santa Maria della Salute (o chiesa della Salute o semplicemente La Salute) è una basilica di Venezia eretta nell'area della Punta della Dogana, da dove risalta nel panorama del Bacino di San Marco e del Canal Grande. Progettata da Baldassare Longhena con attenzione ai modelli del Palladio, è una delle migliori espressioni dell'architettura barocca veneziana. La sua costruzione rappresenta un ex voto alla Madonna da parte dei veneziani per la liberazione dalla peste che tra il 1630 e il 1631 decimò la popolazione, come era avvenuto in precedenza per la chiesa del Redentore. Il culto divenne così radicato a Venezia che la Vergine Maria venne aggiunta all'elenco dei santi patroni della città di Venezia. Nel dicembre del 1921 papa Benedetto XV l'ha elevata al rango di basilica minore.

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La basilica reale pontificia di San Francesco di Paola è una basilica minore di Napoli

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La basilica reale pontificia di San Francesco di Paola è una basilica minore di Napoli, ubicata in piazza del Plebiscito, nel centro storico; è considerata uno dei più importanti esempi di architettura neoclassica in Italia[1].

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