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Raf,im deutschsprachigen Raum anfänglich auch Raff, ist ein italienischer Sänger und Songwriter.

Neri per Caso ist eine italienische A-cappella-Gruppe, die 1995 in Salerno gegründet wurde.

 

Rino Gaetano war ein italienischer Cantautore (Liedermacher).

 

O mio babbino caro („O mein lieber Papa“) ist der Name einer Arie aus Giacomo Puccinis einaktiger Oper Gianni Schicchi. Anna Netrebko ist eine russisch-österreichische Opernsängerin in der Stimmlage Sopran.

Francesco De Gregori ist ein italienischer Cantautore (Liederdichter).

Tiziano Ferro ist ein italienischer Popsänger und Musikproduzent.

 

Quelle:Franco Franceschi 13 gennaio 2021

All’inizio del secondo millennio l’aumento della produzione agricola, lo sviluppo dell’artigianato e il decollo del commercio marittimo suscitarono un maggior bisogno di moneta e stimolarono la diffusione del credito. A trarne vantaggio furono innanzitutto i centri urbani italiani

Il banco, il panno verde ingombro di monete e sacchetti di denaro, uomini dalle mani adunche che utilizzano una bilancia o scrivono cifre su un libro inforcando gli occhiali: sono questi gli elementi consueti della rappresentazione dei professionisti del denaro nell’arte europea del tardo Medioevo. Una rappresentazione poco benevola, così come poco lusinghiera è spesso anche oggi la reputazione delle banche.

Gli usurai. Marinus van Reymerswaele (Scuola) rappresenta l’avidità attraverso il personaggio alla destra del dipinto (1540). Museo Stibbert, Firenze

Gli usurai. Marinus van Reymerswaele (Scuola) rappresenta l’avidità attraverso il personaggio alla destra del dipinto (1540). Museo Stibbert, Firenze

Foto: Scala, Firenze

E tuttavia la moneta e il credito rappresentano, e hanno rappresentato in passato, mezzi fondamentali per il funzionamento del sistema economico. L’attività creditizia, ovvero l’anticipazione di denaro a qualcuno che s’impegna a restituirlo secondo tempi e modi concordati, è in effetti una pratica assai antica, ma i suoi strumenti, le sue tecniche e il suo stesso gergo risalgono in gran parte ai secoli finali del Medioevo. L’identificazione fra operazioni di prestito e banca per noi è naturale, ma non è del tutto corretta, perché gli istituti bancari fanno anche altro: accettano in deposito somme di cui garantiscono la salvaguardia, utilizzano il risparmio raccolto per sostenere gli investimenti, assicurano il cambio delle monete e l’invio di valuta su lunghe distanze. In passato queste funzioni si svilupparono separatamente e solo gradualmente vennero a convergere in un unico tipo di impresa, anche a causa della varietà dei soggetti che si dedicavano al commercio del denaro.

A differenza di quanto avveniva nei più progrediti imperi bizantino e musulmano, dove l’economia era poco dinamica e la domanda e l’offerta di moneta erano basse, nell’Occidente alto-medievale a dominare la scena erano soprattutto i prestatori. Ovvero tutti coloro che potevano disporre di risorse adeguate: proprietari terrieri, mercanti, membri della Chiesa cattolica (tra i quali i monaci-guerrieri dell’ordine templare), ma anche operatori di religione ebraica, cui le persecuzioni consigliavano di mantenere la ricchezza in forma liquida. Effettuando prestiti diretti innanzitutto a sostenere i consumi (spesso su pegno), e chiedendo interessi molto elevati, questi uomini si guadagnarono facilmente la triste e infamante etichetta di usurai.

La miniatura della Scuola veneto-bolognese rappresenta la professione bancaria. Seminario patriarcale, Venezia. XV secolo

La miniatura della Scuola veneto-bolognese rappresenta la professione bancaria. Seminario patriarcale, Venezia. XV secolo

Foto: Bridgeman / Aci

Il boom economico

All’inizio del secondo millennio della nostra era il continente europeo sperimentò un movimento di crescita della popolazione e delle attività economiche sempre più deciso. L’aumento della produzione agricola, lo sviluppo dell’artigianato, il decollo del commercio marittimo (innanzitutto di quello mediterraneo), moltiplicarono gli scambi suscitando un maggiore bisogno di moneta e stimolando la diffusione del credito. A trarne vantaggio furono innanzitutto i centri urbani italiani. Inizialmente Venezia e i porti dell’Italia meridionale che, rispetto ad altre aree della Penisola, avevano mantenuto contatti più stretti con Bisanzio e il mondo islamico. Successivamente le repubbliche marinare (Genova e Pisa su tutte) e le città interne del centro-nord (Roma, Siena, Firenze, Piacenza, Asti). In queste realtà, che coniavano proprie monete e in cui operava un agguerrito ceto mercantile, le pratiche creditizie assunsero forme differenziate e complesse. Non c’è da stupirsi se uno specialista dell’argomento, lo storico Jean-François Bergier, ha affermato: «La banca fu italiana per nascita e tale rimase sino alla fine del XV secolo».

Anche se non cessò mai del tutto l’attività dei prestatori occasionali, in queste realtà il credito al consumo divenne sempre più appannaggio degli ebrei. Per quanto oggetto di riprovazione popolare, in realtà essi erano ricercati per la funzione che svolgevano e la loro attività era regolarizzata dalle autorità municipali attraverso specifici accordi, le cosiddette “condotte”.

La strada dei Lombardi. Vista di Cornhill e Lombard Street, nel cuore finanziario di  Londra. Illustrazione anonima del 1810 circa

La strada dei Lombardi. Vista di Cornhill e Lombard Street, nel cuore finanziario di Londra. Illustrazione anonima del 1810 circa

Foto: British Library / Scala, Firenze

Solo un foglio di carta e una penna

Tuttavia i banchi ebraici non rappresentavano certo il livello più elevato del commercio di denaro. Di ben altro spessore e raggio, per esempio, erano le attività di un gruppo assai caratteristico di uomini d’affari italiani, i “lombardi”, che a dispetto del nome con cui erano conosciuti provenivano soprattutto dalle città piemontesi (Asti, Chieri, Alba, Cuneo) e solo marginalmente dai centri della Lombardia e della Toscana.

A partire dal XII secolo questi mercanti-prestatori invasero l’Europa transalpina, dalla Provenza alle Fiandre, dalla Renania alla Borgogna, da Londra a Parigi, dove ancora oggi ne resta il ricordo rispettivamente nella “Lombard street” e nella “rue des Lombards”. Oltre al traffico delle merci più varie, comprese le sempre appetite spezie, praticavano le operazioni di cambio monetario e quelle creditizie. Erano organizzati in piccole società che pagavano ai governi locali una tassa annua di esercizio. Per i loro prestiti – concessi al massimo per pochi mesi – chiedevano normalmente un tasso di interesse di 2 denari per lira a settimana, un po’ più del 40 per cento annuo: un valore che appare oggi insostenibile, ma che allora era piuttosto comune.

I “lombardi” venivano ammirati per la loro superiorità economica e disprezzati per la loro spregiudicatezza

Capaci di rendersi indispensabili al funzionamento dell’economia delle regioni in cui si erano stanziati, i “lombardi” venivano al tempo stesso ammirati per la loro superiorità economica e disprezzati per la loro spregiudicatezza. Come si legge in una protesta fiamminga della fine del duecento, «i lombardi non portano nemmeno un ducato, ma solo un foglio di carta in una mano e una penna nell’altra, e così tosano bene gli abitanti e gli fanno pagare dazio persino sul loro denaro». Possiamo considerarli banchieri? Non proprio. Per quanto il prestito tendesse con il tempo a prevalere sulle attività commerciali, le loro aziende, le casane, si presentavano principalmente come banchi di pegno.

Non era così per un’altra categoria di uomini abituata a maneggiare il denaro: i cambiatori o cambiavalute (campsorescambiatores). Come mostrano alcuni documenti genovesi del tardo XII secolo, essi non si limitavano a cambiare le monete o fare prestiti approfittando della liquidità di cui disponevano, ma incrementavano la quantità di denaro a loro disposizione accettando depositi, per i quali offrivano un interesse o una partecipazione agli utili. Proprio la capacità di svolgere contemporaneamente funzioni diverse connota queste aziende come prime, timide incarnazioni della banca.

Punizione degli avari. Il bassorilievo dell’XI secolo si trova nella facciata della chiesa di Santa Maria a Fornovo di Taro, in provincia di Parma

Punizione degli avari. Il bassorilievo dell’XI secolo si trova nella facciata della chiesa di Santa Maria a Fornovo di Taro, in provincia di Parma

Foto: Bridgeman / Aci

Merchant-bankers del duecento

Il duecento, secolo del massimo slancio dell’economia europea, fu testimone di una crescita di scala dell’attività “bancaria” che ne determinò anche un mutamento qualitativo. Gli artefici di queste evoluzioni, tuttavia, non furono i cambiatori, ma i mercanti. In particolare coloro che più erano impegnati nei traffici sulle lunghe distanze e che frequentavano le grandi fiere internazionali, prime fra tutte quelle della Champagne. Questi raduni permanenti rappresentavano allora il tramite fondamentale degli scambi fra i prodotti dell’Europa continentale (in gran parte panni di lana fiamminghi) e i beni di provenienza mediterranea commerciati dagli italiani. Ma erano anche – e sempre più dalla metà del XIII secolo – vere e proprie clearing houses, aree di compensazione di debiti e crediti pendenti tra uomini d’affari di Paesi diversi. È qui che si costruirono le fortune dei mercanti di città come Roma, Siena, Lucca, Pistoia, Firenze, Bologna, Piacenza e Milano. Essi agivano preferibilmente tramite un nuovo tipo d’imprese, le compagnie, associazioni di durata pluriennale, rinnovabili, spesso formate da soci inizialmente legati da vincoli di parentela e poi aperte alla partecipazione di esterni. Il finanziamento di questi organismi avveniva tramite le quote di capitale immesse da ciascun socio (il corpo), cui poteva però aggiungersi il denaro che gli stessi membri, secondo una formula creditizia innovativa, prestavano alla compagnia ricevendone un interesse (il sovraccorpo) o anche i depositi, sempre remunerati, effettuati da altri e documentati da apposite ricevute.

Si trattava di aziende polivalenti, interessate certamente alle operazioni creditizie e finanziarie, ma pronte a investire non appena si presentassero opportunità di guadagno, anche nel settore commerciale e in quello manifatturiero, nelle assicurazioni e nella produzione agricola.

In sostanza la banca cresceva all’interno di una struttura ampia e non specializzata, creata da mercanti-imprenditori che erano anche mercanti-banchieri. E questo pure nei casi eclatanti dei piacentini Scotti o dei senesi Bonsignori, che avevano interessi in tutta Europa e clienti del calibro della Santa Sede (il più appetibile di tutti per il suo vastissimo apparato finanziario) e che potrebbero essere in qualche misura accostati ai merchant-bankers dei nostri tempi.

Copia della mappa conosciuta come Carta della Catena: mostra la città di Firenze come si presentava intorno al 1470

Copia della mappa conosciuta come Carta della Catena: mostra la città di Firenze come si presentava intorno al 1470

Foto: Scala, Firenze

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Le “super-compagnie” fiorentine

I decenni a cavallo fra XIII e XIV secolo furono l’età d’oro delle compagnie mercantili-bancarie fiorentine. Capaci di affiancare e poi di sostituire i senesi nelle grazie dei papi e forti dell’alleanza con la dinastia angioina che si era insediata nel Mezzogiorno d’Italia, fornivano a entrambe le corti i beni di lusso di cui erano appassionate consumatrici. Ovvero i prestiti che richiedevano con grande frequenza, oltre ai servizi essenziali come l’esazione dei tributi (per esempio la decima dovuta dagli enti ecclesiastici alla Chiesa di Roma). A favore dei mercanti fiorentini giocò anche la congiuntura economica. I fallimenti di rivali quali i Bonsignori di Siena e i Ricciardi di Lucca, infatti, gli aprirono ulteriori spazi di attività, soprattutto in Inghilterra. Qui i Frescobaldi si legarono sempre più strettamente ai sovrani, ai quali anticipavano grosse somme di denaro in cambio di privilegi, come l’appalto delle miniere del Devon, la riscossione dei diritti regi in Irlanda o l’esazione delle rendite di gran parte dei possedimenti inglesi in Francia. Dal 1300 essi ottennero addirittura la direzione dell’Exchange, l’ufficio centrale del cambio, incarico che li mise nelle condizioni di controllare l’intera politica monetaria del Regno.

I mercanti di città come Roma, Siena, Lucca o Pistoia costruirono le loro fortune nelle fiere internazionali

Intanto le società fiorentine divenivano sempre più grandi. Quelle dei Bardi, dei Peruzzi e degli Acciaiuoli erano vere e proprie super-companies in grado, grazie a una disponibilità di capitali ingentissima, di aprire filiali nei luoghi più strategici dell’attività economica. Avvalendosi di un piccolo esercito di dipendenti (dai garzoni e gli apprendisti fino ai fattori e ai direttori delle succursali), e grazie a un continuo flusso d’informazioni scambiate per lettera tra le diverse sedi, riuscivano a fare commercio di tutto ciò che poteva essere scambiato. Nel 1318, in uno dei periodi più prosperi della sua storia, la compagnia dei Bardi chiuse il proprio bilancio annuale con un giro d’affari di 873.638 fiorini, un valore pari a 3.089 chilogrammi d’oro. L’epoca dei grandi affari non durò per sempre. Fin dalla fine del duecento la storia delle compagnie mercantili-bancarie fu punteggiata di crisi e fallimenti e la tendenza negativa si acuì nei decenni successivi.

Jacob Fugger nel suo ufficio con il contabile Mattäus Schwarz. Autore anonimo. 1517. Herzog-Anton-Ulrich Museum, Braunschweig, Germania

Jacob Fugger nel suo ufficio con il contabile Mattäus Schwarz. Autore anonimo. 1517. Herzog-Anton-Ulrich Museum, Braunschweig, Germania

Foto: Ullstein Bild / Getty Images

Crisi e trasformazione

Le guerre, le carestie e le epidemie, particolarmente forti in vaste aree del continente europeo soprattutto fra la metà del trecento e la metà del quattrocento, ridussero la popolazione e i consumi e provocarono una contrazione dei traffici che impose una ristrutturazione dell’intero settore. Molte imprese limitarono le loro dimensioni e trasformarono la precedente struttura unitaria in un “sistema di aziende”, in modo da limitare il contagio determinato da eventuali crisi settoriali. D’altra parte le difficoltà sorte nel commercio dei beni spinsero i mercanti-imprenditori a privilegiare sempre più le operazioni creditizie, o addirittura a creare aziende che nascevano con l’obiettivo principale, sebbene non esclusivo, di dedicarsi al commercio del denaro. Ciò implicò un significativo affinamento delle tecniche e una diversificazione delle pratiche. Le compagnie maggiori, per esempio, cominciarono a utilizzare una parte dei propri capitali per finanziare la nascita di altre imprese, o per sostenere i loro bisogni di liquidità attraverso il cosiddetto “credito di esercizio”. Concessero inoltre ai loro clienti la possibilità di aprire conti correnti.

A differenza di quanto avviene oggi, questi depositi non avevano costi né generavano interessi, ma i correntisti avevano la possibilità di ottenere credito anche in mancanza di fondi sul conto (scoperto di conto corrente), di trasferire denaro ad altri (giroconto) e di utilizzare ordini di pagamento (assegni bancari) che i beneficiari potevano a loro volta girare a terze persone (girata). Nel corso dei secoli XIII e XIV gli uomini d’affari italiani avevano messo a punto strumenti in grado di rinnovare profondamente il mercato del credito. Avevano inoltre creato un nuovo tipo di azienda, i cui profitti dipendevano sempre più dalla differenza fra i tassi d’interesse accordati ai depositanti e quelli pagati dai beneficianti di un prestito. Malgrado la comparsa di grandi mercanti-banchieri come i veneziani Corner e Soranzo, i milanesi Borromei, i fiorentini Medici o i genovesi Centurione, il secolo successivo sarebbe stato più che altro un’epoca di diffusione dei progressi tecnici e organizzativi già conseguiti. Almeno per la storia della banca il Medioevo è stato senz’altro più creativo del Rinascimento.

Lettera di cambio. Bruges-Barcellona. 2 settembre 1398. Prato, Archivio di Stato. Datini, busta 1145/1

Lettera di cambio. Bruges-Barcellona. 2 settembre 1398. Prato, Archivio di Stato. Datini, busta 1145/1

Foto: Archivio di Stato di Prato

Quelle:https://www.storicang.it/

Francesco De Gregori ist ein italienischer Cantautore (Liederdichter).

Il Pantheon (in greco antico: Πάνθεον [ἱερόν], Pántheon [hierón], «[tempio] di tutti gli dei»), in latino classico Pantheum, è un edificio della Roma antica situato nel rione Pigna nel centro storico, costruito come tempio dedicato a tutte le divinità passate, presenti e future.

 

Il Pantheon (in greco antico: Πάνθεον [ἱερόν], Pántheon [hierón], «[tempio] di tutti gli dei»), in latino classico Pantheum[1], è un edificio della Roma antica situato nel rione Pigna nel centro storico, costruito come tempio dedicato a tutte le divinità passate, presenti e future. Fu fondato nel 27 a.C. dall'arpinate Marco Vipsanio Agrippa, genero di Augusto. Fu fatto ricostruire dall'imperatore Adriano presumibilmente dal 112-115 fino al 124 d.C. circa[2], dopo che gli incendi dell'80 e del 110 d.C. avevano danneggiato la costruzione precedente di età augustea.[3]

È composto da una struttura circolare unita a un portico in colonne corinzie (otto frontali e due gruppi di quattro in seconda e terza fila) che sorreggono un frontone. La grande cella circolare, detta rotonda, è cinta da spesse pareti in muratura e da otto grandi piloni su cui è ripartito il peso della caratteristica cupola emisferica in calcestruzzo che ospita al suo apice un'apertura circolare detta oculo, che permette l'illuminazione dell'ambiente interno. L'altezza dell'edificio calcolata all'oculo è pari al diametro della rotonda, caratteristica che rispecchia i criteri classici di architettura equilibrata e armoniosa. A quasi due millenni dalla sua costruzione, la cupola intradossata del Pantheon è ancora oggi una delle cupole più grandi di tutto il mondo[4], e nello specifico la più grande costruita in calcestruzzo romano.[5]

All'inizio del VII secolo il Pantheon è stato convertito in basilica cristiana chiamata Santa Maria della Rotonda[6] o Santa Maria ad Martyres, il che gli ha consentito di sopravvivere quasi integro alle spoliazioni inflitte dai papi agli edifici della Roma classica. Gode del rango di basilica minore ed è l'unica basilica di Roma oltre a quelle patriarcali ad avere ancora un capitolo[7]. Gli abitanti di Roma lo chiamavano popolarmente la Rotonna[8] ("la Rotonda"), da cui derivano anche il nome della piazza e della via antistanti[9].

Proprietà demaniale dello Stato Italiano, dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo ha gestito tramite il Polo museale del Lazio, e dal dicembre 2019 attraverso la Direzione Musei statali di Roma. Nel 2019 ha fatto registrare 8.955.569 visitatori, risultando il sito museale statale italiano più visitato[10].

Coez ist ein italienischer Sänger und Rapper.

Neapolitanische Volksmusik, Luciano Pavarotti war ein italienischer Opernsänger (Tenor). Er gilt über die Grenzen der Oper und Klassik hinaus als einer der bedeutendsten Tenöre aller Zeiten.

 

Luca Dirisio ist ein italienischer Popmusiker.

Max Gazzè ist ein italienischer Popsänger, Songwriter, Bassist und Schauspieler.

 

"That'll Be the Day" ist ein Lied, das von Buddy Holly und Jerry Allison geschrieben wurde. Es wurde erstmals 1956 von Buddy Holly and the Three Tunes aufgenommen und 1957 von Holly und seiner neuen Band, den Crickets, neu eingespielt. Die Aufnahme von 1957 wurde ein großer Erfolg. Hollys Produzent Norman Petty wurde als Co-Autor genannt, obwohl er nicht an der Komposition beteiligt war.

 

Deborah Iurato ist eine italienische Popsängerin.

 

Edoardo Bennato ist ein italienischer Cantautore und Rockmusiker.

 

Mercanti e banchieri nell’Europa del '500. Storia e caratteristiche della crescita demografica, dello sviluppo economico e la rivoluzione dei prezzi in Europa

Devi conoscere

Cosa imparerai

  • a conoscere il contesto in cui si verificò la crescita demografica, lo sviluppo economico e la rivoluzione dei prezzi
  • a conoscere le caratteristiche di mercanti e banchieri e come si affermarono nel 1500
  • a conoscere le premesse della nascita della borsa e della finanza
  • a conoscere le principali capitali commerciali e finanziarie d’Europa nel Cinquecento

INDICE

  1. Il contesto: crescita demografica, sviluppo economico e la “rivoluzione dei prezzi” in Europa
  2. I mercanti e i banchieri nel 1500: storia e caratteristiche
  3. I banchieri tedeschi Fugger
  4. La nascita della borsa e della finanza: le Fiandre e la situazione di Anversa
  5. Le capitali commerciali e finanziarie d’Europa nel Cinquecento
  6. Concetti chiave

Il contesto: crescita demografica, sviluppo economico e la “rivoluzione dei prezzi” in Europa

Affresco raffigurante l'attività bancaria in Italia nel Medioevo
Affresco raffigurante l'attività bancaria in Italia nel Medioevo — Fonte: Getty-Images

Aumento della popolazioneNel corso del Cinquecentoin Europa si registrarono un notevole incremento demografico – la popolazione europea toccò gli ottanta milioni di unità -  e una crescita dei centri urbani.    

Crescita della produzione industrialeAnche la produzione industriale crebbe, sollecitata da un aumento della domanda. La scoperta dei territori oltreoceano determinò poi l’ampliamento delle rotte commerciali e il conseguente aumento dei traffici e del volume dei prodotti scambiati sia all’interno dell’Europa, sia tra Europa e Oriente, sia tra Europa ed America.    

Rivoluzione dei prezziNel corso del ‘500 si ebbe inoltre una crescita dell’inflazione con un forte aumento dei prezzi che determinò un ulteriore accentuarsi delle sperequazioni sociali, poiché furono colpiti prevalentemente coloro che percepivano un reddito fisso. Il Cinquecento in Europa fu così un secolo di profonde trasformazioni che incisero sull’economia e sulla società tutta.    

2I mercanti e i banchieri nel 1500: storia e caratteristiche

La figura del mercante-banchiereNel corso del Cinquecento, il mercante e il banchiere divennero tra le figure professionali che, più di altre, incisero con le loro attività sul tessuto economico, culturale e politico dell’Europa del XVI secolo. In questo periodo è possibile notare come molto spesso l’attività del banchiere e del mercante fossero svolte dalla medesima persona. Colui che commerciava, poteva infatti, con il capitale accumulato, investire il denaro anche per concedere prestiti, ad altri mercanti, o, addirittura, a sovrani e a monarchi. Attraverso la riscossione del denaro prestato e dell’interesse ad asso applicato, il mercante-banchiere poteva così investire il capitale accumulato per sostenere attività produttiveper concedere atri prestiti o per acquistare merci da comprare e da immettere sul mercato.  

Diffusione dei titoli di cambioIn questa epoca si diffusero degli strumenti alla base del sistema finanziario: i titoli di cambio con i quali si ufficializzava l’obbligatorietà del saldo del debito contratto. In questo modo concedere e ottenere prestiti divenne una pratica finanziaria particolarmente diffusa, poiché chi concedeva il credito era tutelato nei suoi diritti; prestare denaro fu uno degli strumenti tramite il quale in questo periodo si verificarono ingenti accumulazioni di capitale: colui che concedeva i prestiti, infatti, guadagnava denaro tramite i tassi di interesse applicate alle somme di denaro prestato.

3I banchieri tedeschi Fugger

Il finanziere tedesco Jacob Fugger (1459-1525) con il suo commercialista Matthaus Schwarz (1497-1574)
Il finanziere tedesco Jacob Fugger (1459-1525) con il suo commercialista Matthaus Schwarz (1497-1574) — Fonte: Getty-Images

I Fugger e il loro patrimonio leggendarioIn questo contesto, si distinsero in particolare alcune famiglie di banchieri. I banchieri tedeschi Höchstaetter e Welser erano assai noti, ma furono i Fugger ad avere una fama leggendaria. I Fugger erano originari di città di Augusta. La base della loro ricchezza era da individuarsi nelle attività commerciali intraprese con particolare intraprendenza nel corso del XV secolo. Accumulando capitali di generazione in generazione, i Fugger riuscirono a detenere un patrimonio che divenne leggendario. 

Jacob Fugger, il riccoJacob Fugger, soprannominato il ricco, fu l’esponente più noto di questa famiglia. Egli consolidò le ricchezze di famiglia e le fece aumentare a dismisura

Prestiti a sovrani, monarchi e papatoNel corso del Cinquecento, concedendo prestiti a sovrani, a monarchi, al papato, la famiglia Fugger riuscì, con i capitali accumulati e con i monopoli ottenuti, a estendere la propria attività commerciale e finanziaria in tutta Europa.  

Concessioni di prestiti e commercioI Fugger poterono così differenziare le loro attività in una molteplicità di settori - dalla concessioni di prestiti al commercio - e riuscirono, in numerose località europee, a ottenere il controllo del traffico di minerali e spezie e parimenti a ottenere ingenti guadagni dalla produzione di fustagno.

4La nascita della borsa e della finanza: le Fiandre e la situazione di Anversa

Il banchiere tedesco Bartolomeo Welser
Il banchiere tedesco Bartolomeo Welser — Fonte: Getty-Images

Diffusione delle borseNel corso del Cinquecento, si registrano delle innovazioni che trasformano l’economia e la finanza dell’Europa, le cui conseguenze hanno ricadute su larga scala. L’accumulo dei capitali, la dimensione ormai mondiale del mercato, il fenomeno della speculazione finanziaria si svilupparono parallelamente alla diffusione delle borse che, originatesi in Italia già durante il Trecento, divennero durante il Cinquecento il luogo simbolo del mondo degli affari

Fiandre e AnversaLe prime si diffusero nella regione delle Fiandre, una regione che rivestì un ruolo fondamentale come polo finanziario e snodo per i traffici, e in particolare ad Anversa, dagli anni Trenta del Cinquecento, per poi essere presenti in tutte le città più importanti a livello commerciale. Per mezzo delle borse, luoghi deputati allo scambio e alla contrattazione, i mercanti, i banchieri, i finanziatori di imprese commerciali, gli intermediari potevano incontrarsi, discutere di affari, prendere accordi, saldare i debiti

5Le capitali commerciali e finanziarie d’Europa nel Cinquecento

Soldati e mercanti che si imbarcano su una nave nel porto di Anversa, 1578
Soldati e mercanti che si imbarcano su una nave nel porto di Anversa, 1578 — Fonte: Getty-Images

La Lega AnseaticaIl settore economico che nel corso del Cinquecento subì le maggiori trasformazioni fu quello del commercio. Oltre ai traffici nel Mar Mediterraneo, nel corso del Cinquecento acquisirono molta importanza le rotte sull’Oceano Atlantico, sul Mar Baltico e sul Mar del Nord. Questi due mari, che bagnano le coste settentrionali d’Europa, erano controllati dalla Lega Anseatica ed erano solcati dalle navi cariche di merci e soprattutto di legname, una delle materie prime più importanti dell’epoca.

Le compagnie commercialiNel corso di questo secolo, inoltre, i mercanti cominciarono a unirsi in compagnie commerciali, per limitare i costi e i rischi dei viaggi oltremare. Tramite tali compagnie, i mercanti riuniti sostenevano finanziariamente un viaggio e, quando esso era concluso, procedevano alla spartizione del guadagno ottenuto. 

Le principali città commercialiTra le principali città commerciali, animate da un’alta concentrazione di commercianti e banchieri possono essere ricordate: 

  • Genova, Pisa, Venezia: le tre città erano importantissimi centri commerciali dove arrivavano prodotti dall’Oriente, in particolare le sete e le spezie, per poi essere immessi nel mercato europeo e raggiungere le città settentrionali del Continente. La città di Venezia era inoltre in concorrenza con il Portogallo per detenere il monopolio del commercio con l’Asia.
  • Anversa: la città non era solo la capitale finanziaria d’Europa, ma anche lo snodo principale di tutti i traffici commercialiinternazionali. La città è infatti in una posizione, sul fiume Schelda, che le permetteva di controllare le merci in arrivo sia dal Mediterraneo, sia dal Mar Baltico. Anversa era quindi il luogo di partenza e il luogo d’arrivo di merci prodotte su scala internazionale, il cui traffico permise alla città di arricchirsi enormemente grazie alla riscossione dei dazi. In essa si potevano così trovare mercanti e banchieri provenienti da tutta Europa che giungevano nella città per scambiare merci, regolare affari, concedere prestiti o saldare un debito.
  • Amsterdam: la città dei Paesi Bassi, scalzò il ruolo egemonico di Anversa soprattutto alla fine del XVI secolo;
  • Siviglia: dalla città spagnola, situata alla foce del Guadalquivir, partivano e arrivavano le navi che viaggiavano tra la Spagna e l’America. La corona esercitava un fortissimo controllo sui commerci: il monopolio dei traffici era detenuto dall’istituzione della Casa de la Contratación che doveva versare alla casa regnante una percentuale fissa dei guadagni. Le rotte commerciali con l’America era estremamente fruttuose: mais, patate, pomodori, caffè, tabacco, cotone, argento e altri metalli preziosi arrivavano in Spagna per poi essere venduti in tutta Europa.
  • Lisbona: la capitale del Portogallo deteneva un ruolo di primo piano nei commerci con l’Oriente, in particolare per ciò che concerne l’importazione del pepe e delle spezie, e mirava a togliere a Venezia il primato nei traffici con l’Oriente.Concetti chiave
Matia Bazar ist eine erfolgreiche italienische Pop-Gruppe aus Genua.

 

Emma Marrone, auch bekannt als Emma, ist eine italienische Popsängerin.

 

Francesco Napoli ist ein italienischer Sänger, Pianist und Gitarrist.

 

Giorgia ist eine italienische Sängerin, Songwriterin und Radiomoderatorin.

Die Nomadi sind eine italienische Pop-Rock-Band, die 1963 gegründet wurde. In ihrer über 50-jährigen Geschichte haben sie über 40 Alben und eine Vielzahl von Kompilationen veröffentlicht.

 

Gianni Togni ist ein italienischer Musiker. Er wurde 1980 durch den Nummer-eins-Hit Luna bekannt.

 

Pupo ist ein italienischer Popsänger und Fernsehmoderator. Pupo ist seit den 1970er-Jahren musikalisch aktiv und nahm insgesamt sechsmal am Sanremo-Festival teil.

Le Vibrazioni ist eine italienische Rockband, die 1999 in Mailand gegründet wurde.

 

Mahmood ist ein italienischer Sänger und Songwriter. Er gewann das Sanremo-Festival 2019 und gemeinsam mit Blanco 2022. Blanco ist ein italienischer Sänger. Er gewann gemeinsam mit Mahmood das Sanremo-Festival 2022.

Giovanni D’Anzi war ein italienischer Sänger und Komponist. Oh mia bela Madunina oder La Madunina ist die inoffizielle Hymne der Stadt Mailand.

 

José Feliciano ist ein puerto-ricanischer Sänger und Gitarrist.