1. L'italiano ( 00:00 ) 2. Serenata ( 03:59 ) 3. Donna Donna Mia ( 07:48 ) 4. Solo Noi ( 10:51 ) 5. La Mia Musica ( 14:58 ) 6. Innamorati ( 19:16 ) 7. Flash ( 23:12 ) 8. C'est Venise ( 26:34 ) 9. Donna ( 30:51 ) 10. 'Na Parola ( 34:56 ) 11. Un'estate Con Te ( 37:20 ) 12. Francesca Non Sa ( 41:13 ) 13. Maledetto Sogno ( 44:51 ) 14. Sinfonia ( 48:11 ) 15. Napoli ( 52:45 ) 16. Le Mamme ( 57:11 ) 17. Io Amo ( 1:01:21 ) 18. Sara' ( 1:05:32 ) 19. Voglio L'anima ( 1:09:34 ) 20. Una Domenica Italiana ( 1:13:17 )
Il Pantheon (in greco antico: Πάνθεον [ἱερόν], Pántheon [hierón], «[tempio] di tutti gli dei»), in latino classico Pantheum[1], è un edificio della Roma antica situato nel rione Pigna nel centro storico, costruito come tempio dedicato a tutte le divinità passate, presenti e future. Fu fondato nel 27 a.C. dall'arpinate Marco Vipsanio Agrippa, genero di Augusto. Fu fatto ricostruire dall'imperatore Adriano presumibilmente dal 112-115 fino al 124 d.C. circa[2], dopo che gli incendi dell'80 e del 110 d.C. avevano danneggiato la costruzione precedente di età augustea.[3]
È composto da una struttura circolare unita a un portico in colonne corinzie (otto frontali e due gruppi di quattro in seconda e terza fila) che sorreggono un frontone. La grande cella circolare, detta rotonda, è cinta da spesse pareti in muratura e da otto grandi piloni su cui è ripartito il peso della caratteristica cupola emisferica in calcestruzzo che ospita al suo apice un'apertura circolare detta oculo, che permette l'illuminazione dell'ambiente interno. L'altezza dell'edificio calcolata all'oculo è pari al diametro della rotonda, caratteristica che rispecchia i criteri classici di architettura equilibrata e armoniosa. A quasi due millenni dalla sua costruzione, la cupola intradossata del Pantheon è ancora oggi una delle cupole più grandi di tutto il mondo[4], e nello specifico la più grande costruita in calcestruzzo romano.[5]
All'inizio del VII secolo il Pantheon è stato convertito in basilica cristiana chiamata Santa Maria della Rotonda[6] o Santa Maria ad Martyres, il che gli ha consentito di sopravvivere quasi integro alle spoliazioni inflitte dai papi agli edifici della Roma classica. Gode del rango di basilica minore ed è l'unica basilica di Roma oltre a quelle patriarcali ad avere ancora un capitolo[7]. Gli abitanti di Roma lo chiamavano popolarmente la Rotonna[8] ("la Rotonda"), da cui derivano anche il nome della piazza e della via antistanti[9].
Proprietà demaniale dello Stato Italiano, dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo ha gestito tramite il Polo museale del Lazio, e dal dicembre 2019 attraverso la Direzione Musei statali di Roma. Nel 2019 ha fatto registrare 8.955.569 visitatori, risultando il sito museale statale italiano più visitato[10].