La cucina italiana è l'espressione dell'arte culinaria sviluppatasi in Italia, comprendente tradizioni fortemente radicate e comuni a tutto il paese, nonché l'insieme di tutte le gastronomie regionali, in uno scambio continuo: molti piatti italiani che una volta erano conosciuti solo nelle regioni di provenienza col tempo si sono diffusi in tutto il paese[1].
È conosciuta come classico esempio di dieta mediterranea, riconosciuta come patrimonio immateriale dell'umanità dall'UNESCO nel 2010. Inoltre, si tratta di una delle gastronomie più note e apprezzate a livello globale[2]; l'Italia è anche rinomata per la produzione di olio d'oliva, formaggi, salumi, vini, frutta e dolci, che figurano tra gli oltre 5.300 prodotti delle tradizioni regionali.
La cucina italiana è all'origine di un giro di affari di più di 200 miliardi di euro a livello mondiale[3].
Una delle caratteristiche principali della cucina italiana è la sua semplicità[4], con molti piatti composti da pochi ingredienti: i cuochi italiani fanno affidamento sulla qualità degli ingredienti, piuttosto che sulla complessità di preparazione.
I piatti e le ricette più diffuse, nel corso dei secoli, sono stati spesso creati dalle nonne più che dagli chef, ed è per questo che molte ricette italiane sono adatte alla cucina casalinga e quotidiana, rispettando le specificità territoriali, privilegiando esclusivamente materie prime e ingredienti propri della regione di origine del piatto e preservandone la stagionalità[5].
L'Università di Parma affonda le proprie radici prima dell'anno mille: il decreto imperiale del 962[5] (conservato nell'archivio vescovile), conferito dall'imperatore Ottone I al vescovo di Parma Uberto, sancì l'istituzionalizzazione a Parma di una scuola superiore di diritto, indirizzata alla formazione della professione notarile.[6][7]
Nel medioevo la città fu sede rinomata di studi e richiamò studenti anche da paesi d'oltralpe. Le varie redazioni degli statuti comunali medievali provvederono in più punti a disciplinare le attività di scolari, maestri e dottori, testimoniando il radicamento in città dello Studium parmense.
Lo Studium fu soppresso nel 1387[8][7] da Gian Galeazzo Visconti in quanto predilesse quello di Pavia. Fu successivamente rifondato da Niccolò III d'Este[9] nel 1412 configurandolo come università[7]. Con l'avvento dei Farnese in città, nel 1545, furono istituiti il collegio dei Nobili, la biblioteca Palatina, l'Accademia di belle arti e l'orto botanico. Dopo le vicende alterne[quali sarebbero nel concreto tali vicende?] del periodo napoleonico, l'ateneo tornò alla sua tradizionale configurazione durante il ducato di Maria Luigia d'Austria sviluppandosi in maniera costante a partire dalla fine dell'Ottocento.
Core 'ngrato ist ein klassisches neapolitanisches Lied, dessen Text 1911 von dem kalabrischen Emigranten Riccardo Cordiferro, Pseudonym von Alessandro Sisca, geboren in San Pietro in Guarano (CS) (wo sein Vater, Francesco Sisca, im Rathaus angestellt war), geschrieben wurde, der nach Neapel, der Heimatstadt seiner Mutter Emilia Cristarelli, zog, um sein Studium zu beenden, und später nach New York auswanderte. Die Musik des Liedes stammt hingegen von Salvatore Cardillo.
Anfangs ahnte keiner der beiden, dass das Lied ein großer Erfolg werden würde, Cardillo hielt es sogar für eine "porcheriola". Als es in Neapel ankam, hatte "Core 'ngrato" stattdessen einen großen Einfluss auf das Publikum und wurde das erste erfolgreiche neapolitanische Lied, das aus den Vereinigten Staaten kam.